giovedì 25 settembre 2008

Progettare la natura?


Segnalo questo articolo a mio parere veramente interessante per uno spunto di riflessione.
Scritto sull'International Herald Tribune (USA) e tradotto e pubblicato sul sito, secondo me meraviglioso, "Italia dall'estero". Sul sito c'è una rassegna stampa, sempre aggiornata, di giornali da tutto il mondo che parlano dell'Italia. Ogni tanto fa bene vedere le cose da un diverso punto di vista. 
In ogni caso per tornare al tema del post, progettare la natura è giusto o no? Non pecchiamo forse in presunzione pretendendo di voler progettare noi ciò che in realtà ha 'progettato' noi? Alan Berger dell'MIT (Massachusetts Institute of Technology) sostiene: “La differenza che corre fra me e il WWF è che quando guardo questo sito, non penso mai di riportarlo indietro nel tempo. La soluzione deve essere tanto artificiale quanto il luogo. Stiamo cercando di inventare un ecosistema all’interno di un paesaggio interamente costruito e inquinato.”. Lo dice riferendosi alla provincia di latina, provincia tenuta all'asciutto da enormi pompe fatte costruire da Mussolini e tenute sempre in azione. Grazie ad esse le paludi pontine sono state bonificate e la città di Latina ha modo di esistere. E' forse vero allora che laddove di naturale resta ben poco è lecito promuoversi, anche per nobili cause, come creatori di nuovi habitat? Forse è proprio così, ma in questo caso il pericolo che si corre è quello di effettuare un semplice cambio di punto di vista. Se si allarga l'orrizzonte con cui si osservano le cose viene da chiedersi: perché fare tanta fatica a strappare la terra all'acqua per ridurla poi in quello stato?? 
Il fuoco di paglia brucia in fretta e alla fine resta la cenere.

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